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Il guardone parte 2


di Cosmo360
23.03.2025    |    18    |    0 8.0
"Non avevo mai preso un uccello in bocca ed ero titubante, ma lei me lo porse e avvicinai timidamente le labbra, le aprii e presi la cappella in bocca..."
Continuo del racconto IL GUARDONE.
Quella domenica, purtroppo, nel pomeriggio avemmo impegni in famiglia e non potemmo ci potemmo appartare nel pomeriggio.
La settimana scorreva tra lavoro e casa, per me, mentre la mia ragazza era presa tra scuola e studio; ci vedevamo solo la sera per poco tempo e questo ci faceva mantenere carichi per le scopate che avremmo fatto nel fine settimana. La stanchezza aveva la meglio su di noi ma non sminuiva l'amore che provavamo uno per l'altro.
La domenica successiva, come sempre, l'andai a prendere per uscire, non era mia intenzione appartarci ma le volevo parlare. Andammo ugualmente al solito casolare abbandonato.
" voglio cambiare lavoro, le dissi, mi sono stancato e poi l non abbiamo molto tempo per noi durante la settimana, inoltre i guadagni non sono tanti, lavoro molte ore al giorno ma non vedo un riscontro economico".
" cosa vorresti fare?" Mi rispose.
" non lo so", vedrò di cercare un altro lavoro più redditizio e che ci dia più tempo per noi".
Mentre parlavo mi stava accarezzando e mi piacevano le sue carezze, erano leggere e facevano salire la libido. La baciai, il suo sapore delle labbra mi inebriava sempre e mi piaceva sentire la sua lingua giocare con la mia. Le mani cominciarono a sfiorare il suo corpo, le sbottonai il vestito, quei pochi bottoni che tenevano il seno imprigionato e fui sorpreso nel vedere che aveva un reggiseno che a malapena copriva i capezzoli, tanto era piccolo. Lo baciai il suo seno, mi piaceva sentire i capezzoli che diventavano come chiodi in bocca, li succhiai e li baciavo. Con la lingua roteavo intorno all'aureola marrone , stava aumentando la sua voglia, gemeva e apriva più le gambe. Le dita andarono tra le gambe e salivo lentamente, si contorceva dall'eccitazione. Arrivai a sfiorarle la figa, le mutandine erano già bagnate.
" Mettilo dentro, non ce la faccio più ".
La facevo fremere di piacere, allora mi fece stendere e prese a sbottonarmi i pantaloncini che indossavo, anche con lentezza me li sfilò e con viso arrivò a toccare e carezzare il cazzo, c'erano gli slip che separavano il suo viso dal cazzo, con molta eccitazione prese a levarmi anche quelli e lo prese in bocca.
" fa piano, altrimenti ti riempio la bocca, sono molto carico, è una settimana che non scopo".
Mi guardò, sorrise e si staccò dall'uccello. Prese ad accarezzarlo con le dita, se lo voleva godere e voleva farmi salire l'eccitazione ancora di più. La feci distendere e la m9ntai alla missionaria, entrò dentro di lei con facilità, la figa era un lago, gli umori colavano e mi lubrificavano l'uccello.
"Ahhhh, vengo amore, vengo, ti bagno tutto" e fu una sbrodolata unica, sembrava che non smettesse più di godere. L' orgasmo era stato lungo e l'aveva spompata ma io continuavo a scoparla, non ero stanco e non ero ancora venuto. Ci girammo e la feci salire sopra di me, a smorzacandela. Un altro orgasmo la raggiunse, si piegò su di me, ci baciammo e la strinsi a me. I suoi capezzoli sembravano voler bucare la mia pelle, erano ritti e duri. È stato bellissimo, mi sussurrava e mi copriva di baci il viso. La presi e aumenta il ritmo fino a riempire la figa della mia sborra. Allora, dopo che mi aveva fatto sborrare, si alzò e mi disse: " abbiamo visite".
"Sempre quello? " risposi.
Sì, sempre lui e sembra che non ha sborrato perché ha il cazzo duro. Gli fece un cenno come per invitarlo al nostro piacere. Si avvicinò tenendo sempre il cazzo in mano. La mia ragazza lo prese tra le mani e avvicinandolo alla bocca diede un bacio alla cappella. Il guardone non credeva che stava succedendo di nuovo, che questa volta avrebbe ancora goduto e non con la sua mano ma con i servizi di una donna. Lo prese in bocca e glielo succhiava. Io ero sempre steso a terra e lei ancora sopra di me, il mio uccello era uscito dalla figa, era moscio. A quanto pare non sei tanto stanca, le dissi. Sorridendo rispose: " mi piace questo nuovo uccello, lo voglio sentire bene". Dopo che lo ebbe succhiato per bene e lo vide ancora più duro, rivolgendosi a lui disse: " Mettilo dentro, dai facciamolo cornuto sotto i suoi occhi, fammelo sentire dentro". Non aspettava altro, puntò la cappella verso la figa e con una spinta era tutto dentro.
" Amore, che bello, lo sento tutto, è bello grosso e mi riempie. Senti come gode il porco". Il guardone emetteva suoni di piacere e spingeva sempre più, mentre io presi il clitoride e cominciai a stuzzicarlo.
" Amore sto venendo", e un altro orgasmo la raggiunse mentre il guardone continuava a pomparla. La sua sbroda mi aveva bagnato tutto, aveva avuto un orgasmo lungo ma non era stanca, mentre il mio cazzo riprendeva vigore.
" due cazzi a mia disposizione, non ci credo" e continuava a scopare fino a quando il guardone ormai prossimo alla sborrata sentì il il suo uccello diventare più grosso, la sborra cominciava a salire e le disse : " sto venendo, dove la vuoi?" Senza perdere tempo rispose:" nella figa, riempimi ". E questi la riempì anche del suo sperma.
" grazie, le disse, sei fantastica, nessuna coppia mi ha fatto partecipare ai loro amplessi".
" quando vuoi, rispose, sono anche tutta per te". Si sfilò da lei e stava per vestirsi ma lo fermò: " aspetta, dobbiamo pulirlo" e lo prese in bocca, assaggiando un mix di sborrate. Poi, rivolgendosi a me: " puliscilo anche tu, senti che buon sapore ha". Non avevo mai preso un uccello in bocca ed ero titubante, ma lei me lo porse e avvicinai timidamente le labbra, le aprii e presi la cappella in bocca.
" tutto amore, prendilo tutto, sentì che buon sapore che ha". Lo presi e per mia meraviglia mi entrò tutto e con la lingua lo accarezzavo.
" siete bravissimi", disse il guardone . Lo tirò fuori dalla mia bocca e si rivestì.
Ti è piaciuto amore? Disse Irma a me. Certo, non mi aspettavo che avresti scopato con lui e poi farti sborrare dentro e poi chiedermi di pulirlo.
Amore, quando vuoi lo faremo a tre, lo includeremo nei nostri amplessi, il suo uccello mi piace e ho visto che piace anche a te.
Ci rivestimmo e ci avviammo verso casa. Mi cola tutto, non posso arrivare così. Ci fermammo in un posto vicino e sempre lontano dagli sguardi altrui, si aprì il vestito, si tolse gli slip e mi disse: " puliscila". Presi a leccare tutto ciò che usciva dalla figa, aveva tanta sborra.
Grazie amore, sei fantastico.
Dopo che ebbi pulito e bevuto quel mix di sborrate rprendemmo il nostro cammino.
" mi dicevi che vuoi cambiare lavoro, hai in mente qualcosa?" Fu la sua domanda.

Ma questa è un'altra storia.
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